2024/09/15

Trenitalia ci ripensa (= quando anche i cretini capiscono)

 Se volete un esempio di pazzia italiana divertitevi a cercare di seguire le istruzioni per il check-in (meglio: validazione, convalida) del biglietto "regionale" di Trenitalia sia sul loro sito che tramite il divulgatore Salvatore Aranzulla che, dopo aver affermato "che la procedura è molto più semplice di quel che credi" deve purtroppo augurare "Buona lettura e in bocca al lupo per tutto!"

Se sopravvivete all'attacco di nervi che tutto questo inutile fardello di stupide imposizioni vi causerà potete rallegrarvi nel sapere che alla fine un barlume di logica si sia fatta strada nei ben pagati cervelli che gestiscono le Ferrovie italiane.

Un dettaglio sarebbe passato sotto silenzio se non avesse abolito la più stupida delle imposizioni, infatti "...Dal 21 settembre (2024) non sarà più necessario effettuare il check-in e il tuo biglietto si validerà automaticamente, alla partenza programmata del treno scelto."


Alla fine la montagna ha partorito il topolino e anche le limitate intelligenze dei vertici Trenitalia (che non comprano biglietti per viaggiare) si sono arresi alla marea di critiche in Italia e dall'estero che hanno descritto così il nuovo biglietto on-line:

Riassumendo:

  1. Il passeggero compera (e paga) un biglietto per un certo percorso in una certa data
  2. Il venditore ha il diritto di dettagliare alcuni limiti al servizio che mi offre (vedi regolamento di servizio) anche con regole farlocche o a tutto suo vantaggio (vedi rimborsi con insindacabili trattenute). Ad esempio limiti al bagaglio, alla occupazione di posti, ecc.
  3. Quando però le imposizioni dell'esercente mi impongono oneri non indicati prima della sottoscrizione del servizio (es. biglietti acquistati all'estero)
    oppure mi obbligano a acquisire altri servizi (es. un cellulare Smartphone ed un servizio Internet)
    oppure quando l'onere non dipende dal passeggero (es. accesso Internet) allora tale imposizione decade e dispiace che ci sia voluto oltre un anno per capirlo.




2024/08/05

Svelato il mistero dei tagli ai corsi per gli italiani all'estero!!!

Seguo da 25 anni il progressivo declino del supporto espresso dall'italia (= Amministrazione Italiana)  verso gli italiani residenti all'estero che desiderano insegnare la propria lingua e cultura ai propri figli.

Chiamateci "emigrati, emigranti, espatriati, residenti esteri"o in altro modo ma, se abbiamo figli, vogliamo che imparino la nostra lingua così come noi l'abbiamo imparata nelle scuole italiane di residenza in Italia.

Quando la legge italiana istituì la scuola dell'obbligo fino a 14 (ora 17) anni e unificò i livelli scolastici (la scuola media unificata invece delle scuole  tecniche e della scuola media) ci si rese conto subito che i figli degli emigrati avrebbero costituito un costo per le finanze statali se i genitori avessero scelto di far rientrare i figli per frequentare la nuova scuola gratuita per tutti fino all'età prescritta.

Diventava quindi più conveniente finanziare iniziative all'estero che, attraverso delle strutture battezzate "Enti Gestori", garantissero l'insegnamento dell'italiano e dessero una possibilità di reinserimento agli studenti che decidevano di proseguire gli studi in Italia.

Ma questo non è più mantenuto dal Governo italiano, che sottraendo il finanziamento di tale obbligo verso gli Italiani all'estero al Ministero dell'Educazione (o come viene periodicamente rinominato) lo ha trasformato in un finanziamento alle attività per la promozione turistica presso una platea di potenziali compratori del "made in Italy"

"......lo scopo dell’azione della Direzione è, tra gli altri, quello di favorire, in termini generali, la diffusione della nostra lingua e cultura presso un’utenza composta anche (ed in alcuni casi in maniera preponderante) da stranieri. A mio giudizio, quindi, non spetta alla DGDP l’attuazione di politiche volte al sostegno di un diritto all’istruzione per gli Italiani di seconda o terza generazione residenti stabilmente all’estero. Non è, dunque, con lo strumento della contribuzione all’attività degli Enti gestori che questo obiettivo può essere efficacemente raggiunto....."

firmato Min. Plen. Alessandro De Pedys 

DIREZIONE GENERALE PER LA DIPLOMAZIA PUBBLICA E CULTURALE

Il Vice Direttore Generale, Direttore Centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana in risposta  a Michele SCHIAVONE Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero  (CGIE) che denunciava la progressiva deriva della suddetta voce di spesa.


Quindi una chiara indicazione della stima e del prestigio in cui sono tenute le comunità di espatriati italiani che vengono visti come vacche da mungere  e da invitare in progetti fumosi some il "Turismo delle radici" che dimentica di informare che anche gli italiani iscritti all'AIRE devono pagare la tassa di soggiorno anche nel comune dove hanno la residenza (!) oltre che in tutti i comuni Italiani che decidessero malauguratamente di visitare.

Sulla iniziativa del Ministero italiano per attirare "turisti con un pretesto":
 Iniziativa che tutti ignorano, non si hanno rendiconti recenti ma su Youtube possiamo vedere un rendiconto "ad usum delphini" su di un solo campione di provenienza (Argentina) e con solo percentuali pilotate per giustificare un "successo" che nessuno vede : infatti mancano dati numerici (= quanti sono stati gli utenti) sostituiti da percentuali osannanti alla "pensata".

Qui il video:





2024/08/03

"Io speriamo che me la cavo"

Purtroppo questo non è solo il titolo di un libro scritto nel 1990 mettendo assieme 60 temi di italiano svolti dagli studenti delle classi elementari in cui insegnava l'autore: il maestro Marcello D'Orta


Dal testo è stato ricavato un film "Ciao Professore" dalla regista Lina Wertmuller che continuo il filone del neorealismo italiano che ama vedere rappresentati i propri difetti (reati compresi) pur di poterci ridere sopra. In questo ricordiamo il regista Mario Monicelli autore di innumerevoli "commedie all'italiana": questo il trailer di "Ciao Professore":

L'intera pellicola è visibile a questa pagina (youtube permettendo)

Chiunque però condivide che "Io speriamo che me la cavo" è il mantra di ogni italiano. è posso condividere che da ciò derivano tutti gli atteggiamenti e si spiegano tutti gli avvenimenti della storia italiana individuale e collettiva.
 "Io speriamo che me la cavo"  è la necessaria risposta all'arroganza del potere, qualunque esso sia: politico, fiscale, religioso, sessuale, sindacale, sanitario, ecc; che si basa sul mantra del Marchese del Grillo: "Io so' io... e voi non siete un cazzo!"


Quando i cittadini cessano di essere la ragione dei servitori pubblici (civil servants) diventando al servizio delle istituzioni e di volta in volta: assistiti, utenti, pazienti, questuanti, richiedenti, postulanti o anche solo un numero in una lista d'attesa, quando le regole vengono cambiate secondo la volontà di chi comanda e si fanno votare leggi che stabiliscono la parentela del presidente dell'Egitto attribuendogli "nipoti" di comodo.. allora non resta al singolo che "sperare di cavarsela".