2024/08/05

Svelato il mistero dei tagli ai corsi per gli italiani all'estero!!!

Seguo da 25 anni il progressivo declino del supporto espresso dall'italia (= Amministrazione Italiana)  verso gli italiani residenti all'estero che desiderano insegnare la propria lingua e cultura ai propri figli.

Chiamateci "emigrati, emigranti, espatriati, residenti esteri"o in altro modo ma, se abbiamo figli, vogliamo che imparino la nostra lingua così come noi l'abbiamo imparata nelle scuole italiane di residenza in Italia.

Quando la legge italiana istituì la scuola dell'obbligo fino a 14 (ora 17) anni e unificò i livelli scolastici (la scuola media unificata invece delle scuole  tecniche e della scuola media) ci si rese conto subito che i figli degli emigrati avrebbero costituito un costo per le finanze statali se i genitori avessero scelto di far rientrare i figli per frequentare la nuova scuola gratuita per tutti fino all'età prescritta.

Diventava quindi più conveniente finanziare iniziative all'estero che, attraverso delle strutture battezzate "Enti Gestori", garantissero l'insegnamento dell'italiano e dessero una possibilità di reinserimento agli studenti che decidevano di proseguire gli studi in Italia.

Ma questo non è più mantenuto dal Governo italiano, che sottraendo il finanziamento di tale obbligo verso gli Italiani all'estero al Ministero dell'Educazione (o come viene periodicamente rinominato) lo ha trasformato in un finanziamento alle attività per la promozione turistica presso una platea di potenziali compratori del "made in Italy"

"......lo scopo dell’azione della Direzione è, tra gli altri, quello di favorire, in termini generali, la diffusione della nostra lingua e cultura presso un’utenza composta anche (ed in alcuni casi in maniera preponderante) da stranieri. A mio giudizio, quindi, non spetta alla DGDP l’attuazione di politiche volte al sostegno di un diritto all’istruzione per gli Italiani di seconda o terza generazione residenti stabilmente all’estero. Non è, dunque, con lo strumento della contribuzione all’attività degli Enti gestori che questo obiettivo può essere efficacemente raggiunto....."

firmato Min. Plen. Alessandro De Pedys 

DIREZIONE GENERALE PER LA DIPLOMAZIA PUBBLICA E CULTURALE

Il Vice Direttore Generale, Direttore Centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana in risposta  a Michele SCHIAVONE Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero  (CGIE) che denunciava la progressiva deriva della suddetta voce di spesa.


Quindi una chiara indicazione della stima e del prestigio in cui sono tenute le comunità di espatriati italiani che vengono visti come vacche da mungere  e da invitare in progetti fumosi some il "Turismo delle radici" che dimentica di informare che anche gli italiani iscritti all'AIRE devono pagare la tassa di soggiorno anche nel comune dove hanno la residenza (!) oltre che in tutti i comuni Italiani che decidessero malauguratamente di visitare.

Sulla iniziativa del Ministero italiano per attirare "turisti con un pretesto":
 Iniziativa che tutti ignorano, non si hanno rendiconti recenti ma su Youtube possiamo vedere un rendiconto "ad usum delphini" su di un solo campione di provenienza (Argentina) e con solo percentuali pilotate per giustificare un "successo" che nessuno vede : infatti mancano dati numerici (= quanti sono stati gli utenti) sostituiti da percentuali osannanti alla "pensata".

Qui il video:





2024/08/03

"Io speriamo che me la cavo"

Purtroppo questo non è solo il titolo di un libro scritto nel 1990 mettendo assieme 60 temi di italiano svolti dagli studenti delle classi elementari in cui insegnava l'autore: il maestro Marcello D'Orta


Dal testo è stato ricavato un film "Ciao Professore" dalla regista Lina Wertmuller che continuo il filone del neorealismo italiano che ama vedere rappresentati i propri difetti (reati compresi) pur di poterci ridere sopra. In questo ricordiamo il regista Mario Monicelli autore di innumerevoli "commedie all'italiana": questo il trailer di "Ciao Professore":

L'intera pellicola è visibile a questa pagina (youtube permettendo)

Chiunque però condivide che "Io speriamo che me la cavo" è il mantra di ogni italiano. è posso condividere che da ciò derivano tutti gli atteggiamenti e si spiegano tutti gli avvenimenti della storia italiana individuale e collettiva.
 "Io speriamo che me la cavo"  è la necessaria risposta all'arroganza del potere, qualunque esso sia: politico, fiscale, religioso, sessuale, sindacale, sanitario, ecc; che si basa sul mantra del Marchese del Grillo: "Io so' io... e voi non siete un cazzo!"


Quando i cittadini cessano di essere la ragione dei servitori pubblici (civil servants) diventando al servizio delle istituzioni e di volta in volta: assistiti, utenti, pazienti, questuanti, richiedenti, postulanti o anche solo un numero in una lista d'attesa, quando le regole vengono cambiate secondo la volontà di chi comanda e si fanno votare leggi che stabiliscono la parentela del presidente dell'Egitto attribuendogli "nipoti" di comodo.. allora non resta al singolo che "sperare di cavarsela". 


2024/07/04

Perché tanti non leggono più le cattive notizie

 Potremmo pensare che, confrontati dalla marea di cattive notizie che in "tempo reale" ci assalgono da ogni canale: giornali, radio, TV, Internet, eccetera; la soluzione sarebbe non leggere più  nulla, isolarsi, chiudersi in un guscio impermeabile.

Sarà vero? Vediamo cosa ci dice la Enciclopedia Treccani

Il fenomeno degli hikikomori è sempre più diffuso e sono sempre di più i ragazzi che si isolano, perdendo definitivamente interesse per le relazioni

"Si parla infatti di sovraccarico cognitivo e di information overload (surplus informativo). Una definizione, quest’ultima, creata negli anni Sessanta dal sociologo statunitense Bertram Gross (1912-1997); ha scritto nel suo libro The managing of organizations: the administrative struggle (1964): «Il sovraccarico di informazioni si verifica quando la quantità di input in un sistema supera la sua capacità di elaborazione». Un altro statunitense, il premio Nobel Herbert Alexander Simon (1916-2001; a suo tempo lanciò lo studio degli intrecci tra economia, mass media, psicologia e sociologia), è stato il primo a sostenere che «le informazioni consumano l’attenzione dei loro destinatari. Quindi una

ricchezza di informazioni crea una povertà di attenzione». (vedi Treccani

.......

"Che fare? Molte testate giornalistiche affrontano il problema, scrive il Reuters Institute, cercando di rendere le notizie maggiormente appetibili da parte delle persone; però occorre chiedersi quale sia il limite (etico e deontologico) fino al quale ci si può spingere per ottenere questo scopo senza ingannare il consumatore di news. Altre testate «stanno adottando approcci come il giornalismo risolutivo», per esempio su un tema come il cambiamento climatico; questo mira «a dare alle persone un senso di speranza» e/o a contrastare il senso di impotenza che certe informazioni negative provocano. Esiste, da quest’ultimo punto di vista, il Solutions Journalism Network: un’organizzazione internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, la cui missione «è trasformare il giornalismo in modo che tutte le persone abbiano accesso a notizie che le aiutino a immaginare e costruire un mondo più equo e sostenibile». È stato fondato nel 2013 dai giornalisti David Bornstein (Canada), Courtney E. Martin e Tina Rosenberg (USA) e ha già formato circa 20.000 giornalisti nel mondo.
Insomma, il report del Reuters Institute mostra quale sia la sfida, molto dura, che i media professionali sono chiamati ad affrontare: devono riuscire a connettersi con persone che hanno accesso a una quantità senza precedenti di contenuti on-line e convincerle che vale la pena di prestare attenzione alle notizie. Sembra banale, ma non lo è affatto."

L'analisi sviluppata dalla citata Enciclopedia Treccani si completa con una serie di gustosissime tavole disegnate da Sergio Staino (1940 - 2023) la cui ironia e spirito satirico sono state universalmente apprezzate. 

 



Continua...