2024/08/03

"Io speriamo che me la cavo"

Purtroppo questo non è solo il titolo di un libro scritto nel 1990 mettendo assieme 60 temi di italiano svolti dagli studenti delle classi elementari in cui insegnava l'autore: il maestro Marcello D'Orta


Dal testo è stato ricavato un film "Ciao Professore" dalla regista Lina Wertmuller che continuo il filone del neorealismo italiano che ama vedere rappresentati i propri difetti (reati compresi) pur di poterci ridere sopra. In questo ricordiamo il regista Mario Monicelli autore di innumerevoli "commedie all'italiana": questo il trailer di "Ciao Professore":

L'intera pellicola è visibile a questa pagina (youtube permettendo)

Chiunque però condivide che "Io speriamo che me la cavo" è il mantra di ogni italiano. è posso condividere che da ciò derivano tutti gli atteggiamenti e si spiegano tutti gli avvenimenti della storia italiana individuale e collettiva.
 "Io speriamo che me la cavo"  è la necessaria risposta all'arroganza del potere, qualunque esso sia: politico, fiscale, religioso, sessuale, sindacale, sanitario, ecc; che si basa sul mantra del Marchese del Grillo: "Io so' io... e voi non siete un cazzo!"


Quando i cittadini cessano di essere la ragione dei servitori pubblici (civil servants) diventando al servizio delle istituzioni e di volta in volta: assistiti, utenti, pazienti, questuanti, richiedenti, postulanti o anche solo un numero in una lista d'attesa, quando le regole vengono cambiate secondo la volontà di chi comanda e si fanno votare leggi che stabiliscono la parentela del presidente dell'Egitto attribuendogli "nipoti" di comodo.. allora non resta al singolo che "sperare di cavarsela". 


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