Seguo da 25 anni il progressivo declino del supporto espresso dall'italia (= Amministrazione Italiana) verso gli italiani residenti all'estero che desiderano insegnare la propria lingua e cultura ai propri figli.
Chiamateci "emigrati, emigranti, espatriati, residenti esteri"o in altro modo ma, se abbiamo figli, vogliamo che imparino la nostra lingua così come noi l'abbiamo imparata nelle scuole italiane di residenza in Italia.
Quando la legge italiana istituì la scuola dell'obbligo fino a 14 (ora 17) anni e unificò i livelli scolastici (la scuola media unificata invece delle scuole tecniche e della scuola media) ci si rese conto subito che i figli degli emigrati avrebbero costituito un costo per le finanze statali se i genitori avessero scelto di far rientrare i figli per frequentare la nuova scuola gratuita per tutti fino all'età prescritta.
Diventava quindi più conveniente finanziare iniziative all'estero che, attraverso delle strutture battezzate "Enti Gestori", garantissero l'insegnamento dell'italiano e dessero una possibilità di reinserimento agli studenti che decidevano di proseguire gli studi in Italia.
Ma questo non è più mantenuto dal Governo italiano, che sottraendo il finanziamento di tale obbligo verso gli Italiani all'estero al Ministero dell'Educazione (o come viene periodicamente rinominato) lo ha trasformato in un finanziamento alle attività per la promozione turistica presso una platea di potenziali compratori del "made in Italy"
"......lo scopo dell’azione della Direzione è, tra gli altri, quello di favorire, in termini generali, la diffusione della nostra lingua e cultura presso un’utenza composta anche (ed in alcuni casi in maniera preponderante) da stranieri. A mio giudizio, quindi, non spetta alla DGDP l’attuazione di politiche volte al sostegno di un diritto all’istruzione per gli Italiani di seconda o terza generazione residenti stabilmente all’estero. Non è, dunque, con lo strumento della contribuzione all’attività degli Enti gestori che questo obiettivo può essere efficacemente raggiunto....."
firmato Min. Plen. Alessandro De Pedys
DIREZIONE GENERALE PER LA DIPLOMAZIA PUBBLICA E CULTURALE
Il Vice Direttore Generale, Direttore Centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana in risposta a Michele SCHIAVONE Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) che denunciava la progressiva deriva della suddetta voce di spesa.
Quindi una chiara indicazione della stima e del prestigio in cui sono tenute le comunità di espatriati italiani che vengono visti come vacche da mungere e da invitare in progetti fumosi some il "Turismo delle radici" che dimentica di informare che anche gli italiani iscritti all'AIRE devono pagare la tassa di soggiorno anche nel comune dove hanno la residenza (!) oltre che in tutti i comuni Italiani che decidessero malauguratamente di visitare.
Sulla iniziativa del Ministero italiano per attirare "turisti con un pretesto":
Iniziativa che tutti ignorano, non si hanno rendiconti recenti ma su Youtube possiamo vedere un rendiconto "ad usum delphini" su di un solo campione di provenienza (Argentina) e con solo percentuali pilotate per giustificare un "successo" che nessuno vede : infatti mancano dati numerici (= quanti sono stati gli utenti) sostituiti da percentuali osannanti alla "pensata".
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